Tuesday, April 12, 2011

Da FREE TIME: "Odissea di un talento sprecato al callcenter"

Letto da poco su FREE TIME, che ne pensate?
Odissea di un talento sprecato al callcenter
Ha fatto la terza media e poi, dopo una brevissima esperienza alle superiori, ha abbandonato lo studio e ha iniziato a lavorare. Dai 16 anni in su Christian Frascella, classe 73, ha fatto l’operaio (8 anni tra Fiat e Pirelli), ha lavorato in una lavanderia, come scaricatore di frutta al mercato, operatore al call center. Adesso su un pezzo di quella sua vita ha tratto spunto per scrivere un libro che sta diventando un caso, sin dal titolo: “Mia sorella è una foca monaca” (Fazi, p. 289 euro 17,50) scritto con un ritmo che ricorda gli scrittori americani anche se narra una storia molto italiana: la nascita del precariato tra l’89 e il 90. Protagonista un sedicenne che assomiglia al giovane Holden o gli eroi di John Fante: perdenti di talento. Anche se il tuo rischiava di restare un “talento sprecato”. –Forse, il problema del precariato è che si res ta sempre precari. Una volta lavorare in fabbrica sembrava una condanna a vita: e oggi? –Oggi meglio la fabbrica del call center. In fabbrica hai il contatto fisico con gli altri e con quello che stai costruendo, nel call center non interagisci con nessuno. E non cresci mai. Ho fatto un anno di formazione e poi mi hanno lasciato a casa. Pensi di aver scritto un libro politico? –Volevo narrare una vicenda che divertisse il lettore. In realtà da sinistra hanno scritto che è un libro sulla fine di tutte le utopie, da destra che è l’elogio del lavoro, il protagonista lavora sempre, non si perde d’animo. Io ho ambientato la storia all’indomani della caduta del Muro anche se riflette una situazione dei nostri giorni. (A.F.)

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